
”L’accoglimento – spiega all’agenzia di stampa Asca l’avvocato Felice Besostri, estensore del ricorso di Sinistra e libertà e Senatore della commissione Affari Costituzionali nella XIII Legislatura – comporta la perdita di un europarlamentare dell’Italia centrale per la Lega Nord e di un altro dell’Italia dei Valori nella circoscrizione V, Italia insulare”. Ciò significa che, se anche la Corte costituzionale accoglierà i ricorsi, Diliberto sarà nominato europarlamentare per la circoscrizione III, Italia centrale e Vendola andrà a Strasburgo come rappresentante della circoscrizione V, Italia insulare.
”Il Tar del Lazio – dice ancora Besostri – ha ritenuto di ammettere il ricorso sulla base di un’interpretazione dell’articolo 21 della legge 18/79, come modificata dalla legge 10/09”. La tesi dei ricorrenti si basa sull’assunto che, ”malgrado la clausola di sbarramento, c’era nella legge un diritto di tribuna per cui i seggi da attribuire coi resti vanno anche alle liste che non hanno raggiunto il 4%, purché la loro cifra elettorale nazionale (i voti presi, ndr) sia superiore ai resti delle liste che avevano superato questa soglia”. E questo è proprio il caso di Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista che hanno più voti, in termini di resti, di Lega nord e Italia dei Valori.
Se poi la Corte accogliesse pure il ricorso di Gargani – spiega infine l’ex senatore – che investe anche la clausola nel suo complesso, per cui è ammesso alla ripartizione chi ha superato lo sbarramento del 4%, il PdL perderebbe 3 seggi, il PD 3, la Lega Nord 2, l’Italia dei Valori 1. Di contro, SL ne acquisterebbe 2, RC e PDCI 2, Partito liberale 2, Movimento per l’Autonomia 2.