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Archive for febbraio 2009

>Sciopero "virtuale" e, per la felicità di angeletti, referendum preventivo!!

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>SCIOPERI: BOZZA DDL, ABROGARE E SOSTITUIRE LEGGE ATTUALE NEI TRASPORTI (2) =

(Adnkronos) – Questi i principi che il ddl intende recepire per la regolamentazione dello sciopero nel settore dei trasporti:

– a) Introduzione dell’istituto del referendum consultivo preventivo obbligatorio, a meno che non si tratti di proclamazioni da parte di organizzazioni sindacali complessivamente dotate di un grado di rappresentativita’ superiore al 50 per cento dei lavoratori, e della dichiarazione preventiva di adesione allo sciopero stesso da parte del singolo lavoratore almeno con riferimento a servizi o attivita’ di particolare rilevanza;

– b) Previsione dell’istituto dello sciopero virtuale, che puo’ essere reso obbligatorio per determinate categorie professionali le quali, per le peculiarita’ della prestazione lavorativa e delle
specifiche mansioni, determinino o possano determinare, in caso di astensione dal lavoro, la concreta impossibilita’ di erogare il servizio principale ed essenziale;

– c) Predisposizione di adeguate procedure per un congruo anticipo della revoca dello sciopero al fine di eliminare i danni causati dall’effetto annuncio e di una piu’ efficiente disciplina delle procedure di raffreddamento e conciliazione attenta alle specificita’ dei singoli settori;

– d) Semplificazione delle regole relative alla rarefazione soggettiva ed oggettiva anche in funzione del grado di rappresentativita’ dei soggetti proclamanti, nonche’ di una revisione
delle regole sulla concomitanza di scioperi che incidano sullo stesso bacino di utenza

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Written by eneaminghetti

febbraio 25, 2009 at 3:56 PM

>Anglo American -19000

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Il gruppo minerario britannico Anglo American pronto a tagliare 19mila posti
Il premier britannico Brown

Il premier britannico Brown

Il gruppo minerario britannico Anglo American e’ pronto a tagliare 19mila posti di lavoro entro la fine dell’anno dopo aver riportato un calo degli utili del 29% nel 2008 a 5,2 miliardi di dollari.

I tagli rientrano in una piu’ ampia politica di economie con la quale il gruppo spera di ottenere un risparmio pari a 2 miliardi di dollari l’anno da adesso al 2011. Anglo American conferma inoltre di voler dimezzare il suo programma di investimenti 2009, portandolo a circa 4,5 miliardi di dollari, per fronteggiare crollo dei prezzi dei metalli.

Written by eneaminghetti

febbraio 20, 2009 at 11:00 am

>Europee, lo sbarramento al 4% è legge

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ROMA – Con un voto bipartisan l’aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl che introduce la soglia di sbarramento del 4% sulla legge elettorale europea. I voti favorevoli sono stati 230, 15 i contrari e 11 gli astenuti. Hanno votato sì Pdl, Pd, Lega e Idv. Contrari i radicali eletti nel Pd, l’Mpa di Raffaele Lombardo, i Repubblicani europei. In dissenso dal gruppo si sono espressi i senatori Pd Vincenzo Vita, Ignazio Marino, Franca Chiaromonte, Gianfranco Carofiglio.

Essendo passata senza modifiche rispetto al testo approvato alla Camera, la nuova normativa diventa legge senza necessità di un ulteriore passaggio parlamentare. Potranno quindi essere eletti al Parlamento europeo soltanto i rappresentanti delel liste che avranno raggiunto la soglia del 4% dei voti validi a livello nazionale.

Written by eneaminghetti

febbraio 18, 2009 at 11:24 am

>Scuola, religione fin dalle materne A Milano un patto diocesi-Comune

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Palazzo Marino assume a tempo indeterminato 46 educatrici ad hoc segnalate dalla curia. Senza alcun concorso. Per convincere gli studenti stranieri delle superiori, poi, la curia ha inviato una lettera in cui si consiglia di seguire le lezioni di fede cattolica per integrarsi meglio
di Zita Dazzi

Ora di religione in tutte le scuole, a Milano, dalle materne fino alle superiori. E per convincere gli alunni stranieri, una lettera della curia tradotta in sei lingue che consiglia ai ragazzi di seguire la lezione di fede cattolica per integrarsi meglio. Il Comune ha siglato un accordo con la diocesi per garantire l’insegnamento di religione in tutte le 175 scuole dell’infanzia, a tutti i 23mila iscritti. Finora questa opzione era distribuita a macchia di leopardo: in alcune scuole sì, in altre no. Le maestre erano 20 e dovevano coprire tanti istituti in quartieri diversi. Adesso le cose cambiano.

Sono state assunte a tempo indeterminato 46 educatrici ad hoc: maestre segnalate e garantite dalla curia. Nessun concorso pubblico, come invece avviene per le altre educatrici, ma stipendio comunale, come il resto del corpo docente nelle materne. La cosa piace alla diocesi, che su questo aspetto pastorale e sulla conquista dei giovani punta molte delle sue energie. Piace parzialmente, invece, ai sindacati, soprattutto per la procedura seguita dal Comune.

Tatiana Cazzaniga (Cgil-funzione pubblica) commenta: «Attendiamo da anni che il Comune assuma le educatrici per coprire i buchi di organico. Ci hanno sempre detto che non ci sono i soldi, che le assunzioni sono bloccate dalla Finanziaria. E adesso vediamo arrivare dal cielo 46 maestre che, senza concorso e senza graduatorie, entrano a tempo indeterminato, pagate dal contribuente».

Detto ciò, la diocesi punta molto sull’ora di religione. E, agli immigrati iscritti alle superiori, scrive una lettera da distribuire a scuola: «Forse sei un po’ a disagio in Italia, non conosci le persone, la lingua, alcuni modi di vivere. La nostra storia è profondamente segnata da quasi 2000 anni di religione cristiana cattolica..». Al giovane lettore viene spiegato che a scuola c’è una disciplina «che può aiutarti a conoscere il pensiero e la storia della Chiesa. Se ritieni giusto partecipare, sarai ben accolto. Non sei obbligato, tanto meno a diventare cristiano», ma sappi, si legge nella lettera, che «questo corso vuol arricchire le tue conoscenze e portarti a comprendere meglio la tua religione e quella del paese che ti accoglie. Potrai affrontare tanti problemi, tra cui il razzismo e la tolleranza».

Written by eneaminghetti

febbraio 17, 2009 at 8:45 am

>non candideranno i già eletti? vediamo…

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>EUROPEE: LISTA UNICA VERDI-SD-MPS,NO A ‘FALCE E MARTELLO’PRC
MIGLIORE, DA FERRERO PREGIUDIZIALE IDEOLOGICA, E’ ARRETRAMENTO
(ANSA) – ROMA, 12 FEB – Verdi, Sinistra Democratica e Movimento per la Sinistra dicono no all’invito del Prc a correre tutti sotto il simbolo della ”sua” falce e martello e annunciano una loro lista comune per le europee. Le candidature saranno indicate dal basso, nel territorio; saranno inoltre esclusi i parlamentari della scorsa legislatura e chi ha avuto
incarichi nel governo Prodi.
In una conferenza stampa a Montecitorio, i dirigenti delle tre componenti dell’ex Arcobaleno hanno spiegato i motivi dela loro decisione. ”La proposta del Prc – dice Gennaro Migliore
del Movimento per la Sinistra – e’ un grave arretramento politico perche’ intende riprodurre uno scherma di unita’ dei comunisti con una pregiudiziale ideologica. Noi siamo impegnati
invece in una altro progetto, quello della ricostruzione di una sinistra piu’ ampia ed efficace. Io sono comunista, ma penso che si debba dar vita ad uno schieramento plurale nel quale i comunisti siano una componente. La pretesa di Ferrero di rappresentare tutte le componenti della sinistra sotto il suo simbolo non fa i conti con la realta”’.
”La sinistra italiana – ha detto Paolo Cento dei Verdi – e’ molto piu’ ampia di chi la rappresenta con la falce e il martello. Ci vuole un grande spirito di apertura e di analisi delle grandi contraddizioni della nostra societa’ globalizzata”. L’ex sottosegretario ha confermato che non si candidera’ per sottolineare un dato di discontinuita’ con la classe dirigente che ha perso le lezioni politiche:”le candidature verranno decise dal basso costruendo un vero federalismo politico”. Per Sd Gloria Buffo ha sottolineato che con la lista unitaria per le europee si intende ”dar vita ad una proposta politica utile, non chiusa in un recinto, ma popolare”. ”Nel Parlamento di Strasburgo – ha aggiunto – i rappresentanti della sinistra sono i piu’ presenti e i piu’ capaci. Per loro e un lavoro vero, non una postazione per parcheggiare qualcuno”.
L’Associazione per la sinistra, che rappresenta unitariamente le componenti della lista unitaria, partecipera’ domani con un unico striscione unitario alla manifestazione per lo sciopero del pubblico impiego e dei metalmeccanici. Questo servira’ anche a sottolineare – e’ stato spiegato nella conferenza stampa – il dissenso con il Pd che ha ”disertato questo importante momento
di lotta in un passaggio difficile per i lavoratori”.
Alla lista unitaria della sinistra dovrebbe partecipare anche Unire la Sinistra di Katia Bellillo, ex ministro del Pdci, che non era pero’ presente all’incontro con i giornalisti.(ANSA).

Written by eneaminghetti

febbraio 12, 2009 at 3:32 PM

>Caso Marino

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Fonte: Repubblica

l retroscena. Il chirurgo lascia l’incarico di capogruppo in commissione
Lo sostituisce l’ex teodem Dorina Bianchi che condivide il testo del Pdl

Democratici, scoppia il caso Marino
“Ora rischia la linea sul fine-vita”

Chiaromonte: è una scelta intempestiva. I radicali: sparti-zione di ruoli
Lo scienziato: “Il lavoro fatto finora sarà portato avanti, garante è la Finocchiaro”
di CARMELO LOPAPA

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Democratici, scoppia il caso Marino
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Ignazio Marino

ROMA – Il Pd sostituisce in corsa il suo “caposquadra” nella commissione Sanità del Senato che sta accelerando verso l’approvazione della legge sul testamento biologico. Il luminare dei trapianti Ignazio Marino va a presiedere la commissione di inchiesta sul Servizio sanitario e deve lasciare il testimone (di capogruppo in quell’organismo) a Dorina Bianchi. Entrambi cattolici, quest’ultima ex Udc, fino a qualche tempo fa militante teodem e ora vicina a Beppe Fioroni. La decisione matura in seno al partito, viene messa ai voti e passa. Questione di “riequilibrio interno”, ma giunge all’indomani della battaglia portata avanti sul caso Eluana da Marino e soprattutto a ridosso del voto sul fine vita. E tra i laici del Partito democratico scoppia una mezza rivolta.

Semplice avvicendamento tecnico, spiegano dal Pd. Marino a ottobre aveva presentato le dimissioni da capogruppo in commissione perché era stato eletto presidente di un altro organismo, quello di inchiesta sul Sistema sanitario. Atto dovuto pro forma, che infatti era rimasto nel cassetto della Finocchiaro negli ultimi tre mesi. Il professore porta avanti il suo ddl sul testamento, poi la battaglia per lo stop all’alimentazione di Eluana. Finché ieri non viene deciso il cambio della guardia. Il timore espresso dai più critici è che possa subire adesso contraccolpi la linea che il Pd ha portato avanti sul testamento biologico. Tanto più che la senatrice Bianchi non fa mistero di condividere (salvo alcuni dettagli) il ddl Calabrò della maggioranza e che tanti, dall’opposizione, giudicano restrittivo. E a lei, alla senatrice, spetterà il compito di presentare la relazione di minoranza in commissione.


“È un testo migliorabile, soprattutto per alcuni profili quali il ricorso al notaio, ma in linea di massima condivido l’impostazione” spiegava ancora ieri la Bianchi prima di entrare in aula. Lunedì scorso, insieme al collega di gruppo Claudio Gustavino, aveva votato in commissione il ddl del governo Berlusconi che prevedeva la ripresa dell’alimentazione per Eluana.

La riunione dei senatori Pd che ha formalizzato la decisione si è tenuta in mattinata. Presenti i soli componenti della commissione e Albertina Soliani a rappresentare la capogruppo Finocchiaro. Dibattito, voto, alla fine prevale la linea dettata dai vertici. Decidono di non infrangere l’unanimità e dire sì all’avvicendamento anche le due più critiche, Franca Chiaromonte e la radicale Donatella Poretti, ma non senza far sentire le loro ragioni.

Fiorenza Bassoli invece ha preferito non partecipare affatto alla riunione. “Sarebbe stato opportuno avere come capogruppo una figura dialogante – racconta – Invece la Bianchi, a mio parere, non rientra in quella configurazione. Per questo ho espresso i miei dubbi e non ho partecipato. Non intendo drammatizzare, ma spero che tutto questo non renda più difficile il nostro lavoro in commissione, dove abbiamo sempre avuto una posizione laica e aperta”.

Franca Chiaromonte, senatrice di lungo corso, lo ha detto davanti ai suoi e lo ripete: decisione “inopportuna, intempestiva, Marino aveva ancora un ruolo da svolgere in quella commissione, la sua competenza è utilissima, come ha dimostrato finora, e lo sarebbe stata ancor più adesso”. Ma la più agguerrita è la Poretti: “Mediaticamente e politicamente la notizia è che il Pd sfiducia Marino. Se non fosse stato così, la decisione sarebbe stata rinviata. Si è atteso tanto, tre mesi, si potevano attendere altre due settimane, giusto l’approvazione del testamento biologico”. E invece? “Invece hanno il problema di riequilibrare gli incarichi interni tra ex Ds e Margherita, sono prevalse le ragioni della spartizione: mi dicono lei sia molto vicina a Fioroni, fatti suoi. Noi denunciamo tutta l’inopportunità politica della sostituzione in questo momento. Ho dei dubbi sulla linea che il Pd farà propria, adesso”.

Invece la Soliani ha garantito che proprio la linea non cambierà, qualunque sia il capogruppo, che non bisogna “farne un dramma”. D’altronde il Pd è atteso alla prova del voto a breve, nel giro di un paio di settimane in commissione. Ignazio Marino si tiene lontano dalle polemiche. “Non ci sono commenti da fare. È un avvicendamento tecnico necessario perché sono presidente di una commissione di inchiesta – taglia corto – Sono convinto che il lavoro portato avanti finora sul testamento biologico proseguirà. E ne ho personale assicurazione anche dal presidente Finocchiaro”.

In commissione è ripreso ieri l’esame del testo della maggioranza, tappe forzate per inviarlo in aula entro fine mese. Ma ieri l’ex magistrato del Pdl, Roberto Centaro, non ha lesinato rilievi di natura giuridica sul ddl. Da martedì il confronto entrerà nel vivo.

Written by eneaminghetti

febbraio 12, 2009 at 3:08 PM

>Paolo Barnard, Palestina, capire il torto.

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>Da vedere (i seguenti video sono a fianco).

Written by eneaminghetti

febbraio 12, 2009 at 2:44 PM

>Peugeot Citroen taglierà oltre 11mila

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Peugeot Citroen taglierà oltre 11mila
posti di lavoro a livello mondiale

Le uscite saranno su base volontaria. Nel 2008 Psa ha accusato un cash flow negativo per 3,76 miliardi

(Afp)

PARIGI – Quest’anno oltre 11mila collaboratori lasceranno Psa Peugeot Citroen. Così il direttore finanziario, Isabel Marey-Samper. «Stimiamo che oltre 11mila persone in Europa lasceranno volontariamente» il gruppo, ha detto Marey-Samper.

LA CRISI – Alla conferenza di bilancio Psa, che impiega 207.850 persone al mondo, di cui 113.710 in Francia, non ha dato inoltre alcuna indicazione sul dividendo, limitandosi ad affermare che «includerà il forte calo dei risultati del gruppo e il clima economico». Nel 2008 Psa ha accusato un cash flow negativo per 3,76 miliardi e stima che anche nel 2009 resterà negativo. Alla borsa di Parigi i titoli Psa scivolano di poco più del 5% a 13,66 euro.

Written by eneaminghetti

febbraio 12, 2009 at 1:56 PM

Pubblicato su crisi, lavoro, peugeot, tagli

>Pioneer – 10000

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>Fonte : Rai NEWS 24

La Pioneer taglia 10.000 posti di lavoro

Tagli nell’industria leader delle tv al plasma

La Pioneer ha annunciato il taglio di 10mila posti di lavoro in tutto il mondo, tra cui 6mila dipendenti a tempo indeterminato, in previsione delle forti perdite per 130 miliardi di yen (1.117 milioni di euro) che emergeranno a marzo dal bilancio dell’anno finanziario. Il colosso giapponese dell’elettronica cesserà la produzione di schermi al plasma e chiuderà impianti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. I tagli della Pioneer seguono quelli di altri colossi nipponici colpiti dalla crisi economica internqzionale, come la Sony (16.000), Nec (20.000) o Nissan (20.000).

Written by eneaminghetti

febbraio 12, 2009 at 9:42 am

Pubblicato su crisi, giappone, pioneer, tagli

>Riparte il conflitto sociale: pubblici e metalmeccanici uniti

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Tratto da Liberazione

Il 13 febbraio sarà formalmente lo sciopero generale di due categorie, pubblico impiego e metalmeccanici, ma anche la prima reazione pubblica all’accordo separato sul nuovo modello contrattuale del 22 gennaio. Quindi, è una giornata in cui si concentrano temi sindacali, a partire dal salario, passando per il nuovo regime di deroghe e finendo con la bilateralità, ma anche temi politici visto che, come è stato detto, è in atto un forte attacco alla democrazia. Liberazione intende accompagnare questo percorso con un approfondimento puntuale di tutti gli elementi sul tappeto.

Dino Greco
C’è una prima questione. Una manifestazione con sciopero generale indetta da Fiom e Fp, le due più forti categorie della Cgil, è un fatto inedito. Come lo è la circostanza che mentre si prova a contrapporre il lavoro pubblico al lavoro privato si dia un segnale in chiara controtendenza. Come e perchè è maturata questa scelta?
Gianni Rinaldini
Ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale, caratterizzata da accordi separati che non hanno precedenti e dentro una operazione costruita con l’obiettivo esplicito di contrapporre lavoratori pubblici e privati. La nostra iniziativa nasce da una riunione congiunta del mese di luglio 2008 dei due direttivi a Torino che ragionavano sul fatto che era partita la campagna contro i cosiddetti fannulloni e, contemporaneamente, una trattativa con la Confindustria sul modello contrattuale. Era chiaro che questo preannunciava un intervento a tutto campo. Da qui la necessità di costruire una discussione ed una iniziativa comune, che non era scontata. E questo ha pesato anche nella discussione in Cgil, tanto è vero che lo sciopero del 13 non è che l’inizio di una ulteriore fase di mobilitazione che coinvolgerà l’insieme della Cgil fino alla manifestazione nazionale prevista per il 4 aprile. E’ di assoluto valore che questo sia avvenuto sulla base di scelte di merito che hanno superato discussioni che c’erano state in passato tra le due categorie.
Carlo Podda
L’idea semplice è poter contrapporre al “divide et impera” l’altrettanto vecchia regola secondo cui insieme ci si intende meglio. Parlandoci un po’ più da vicino, senza dimenticare, come diceva Rinaldini, che prima c’erano stati punti di vista diversi su alcune questioni, che probabilmente in parte permangono. Abbiamo tuttavia scoperto che erano molte di più le ragioni che potevano spingerci a metterci insieme e soprattutto ad individuare un terreno di azione comune. In particolare ci è sembrato che a differenza di quanto hanno fatto in questi anni i partiti della sinistra politica valesse la pena ricercare cosa fosse utile fare piuttosto che con chi farlo. E se questo qualcosa si potesse fare assieme. Ora, detto questo, penso che la precarietà è un dramma che attraversa sia il mondo del lavoro privato che il mondo del lavoro pubblico. La totale mancanza di sicurezza nella continuità del rapporto di lavoro e di qualsiasi ammortizzatore sociale, soprattutto nel caso di persone che non sono nemmeno più giovanissime, è una questione drammatica. Ricordo che le amministrazioni pubbliche sono considerate il maggior datore di lavoro precario. Si è scambiata la flessibilità per precarietà e si sono scambiati i lavori con forme di lavoro temporaneo per mansioni che non sono assolutamente temporanei, dalle maestre d’asilo agli infermieri, per passare ai poliziotti. Abbiamo segnalato noi al Viminale che c’erano duemila agenti della pubblica sicurezza che si trovavano in scadenza di contratto e che rischiavano di ritrovarsi in mezzo a una strada. Solo nel settore dell’auto più di cinquemila precari sono andati a casa. Nel pubblico impiego in gran parte si tratta di lavoratori della sanità e degli enti locali, persone che hanno un rapporto diretto con i cittadini, di gestione di erogazione dei servizi. A giugno sessantanovemila andranno a casa. Potrebbero diventare centoventimila nel 2010 per arrivare a più di duecentomila nel 2011.
Greco
E’ evidente che l’attacco è frontale. Ma allora perchè venerdì scendono in campo solo Fiom e Fp? State svolgendo, oggettivamente, un ruolo di traino nei confronti della confederazione? E’ così?.
Podda
Più che un ruolo di traino, preferisco pensarla così: ci ritroviamo nella condizione di avere il bisogno, e forse anche la forza, di provare a mettere in campo una iniziativa come questa. Lo sciopero in un periodo come questo è una cosa complicatissima. Si tratta di andare a chiedere alle persone di perdere dalle settanta alle cento euro a seconda della qualifica. Va poi detto che questa necessità, dopo il 22 gennaio, ce l’hanno tutte le categorie. Il 31 ottobre c’era già stato un accordo separato nel pubblico impiego. E lì giàerano già presenti tutti gli elementi che poi si sarebbero ripresentati: dall’alleggerimento delle forme di tutela e garanzia del contratto nazionale allo strozzamento della contrattazione integrativa. C’è la riduzione della democrazia, perché si pretende di concludere accordi con sindacati minoritari. Abbiamo visto tutto un po’ prima degli altri, così come abbiamo vista prima la crisi del Welfare perché quando i lavoratori delle cooperative sociali si sono visti ridurre nell’arco di pochi mesi da trentasei a dodici ore settimanali, così come un lavoratore dell’auto ha percepito prima degli altri la crisi perché ha cominciato a subire il ricorso alla cassa integrazione. Poi, certo, c’è una discussione, la Cgil è una organizzazione complessa e multicentrica, molto plurale al suo interno e bisogna che maturino le condizioni per tutti e nello stesso momento.
Rinaldini
Aggiungo il fatto che come meccanici abbiamo indetto una manifestazione nazionale e uno sciopero per il giorno 12 dicembre e la Fp aveva previsto lo sciopero per lo stesso giorno. E tutto poi era confluito positivamente nello sciopero generale proclamato dalla Cgil per la stessa giornata. E’ vero che le due categorie avevano messo in campo una serie di iniziative di carattere generale, cosa non prevista da altri sindacati di categoria. Va da sè che, a fronte dell’accordo separato sul modello contrattuale, Fiom ed Fp abbiano ragionato su una iniziativa comune. Capisco che questo si è prestato alle più svariate letture, ma sarebbe stato assurdo se a quel punto i metalmeccanici e la funzione pubblica facessero due scioperi generali con manifestazioni nazionali nell’arco di una settimana.
Greco
Torniamo al 22 gennaio, alla madre di tutti gli accordi separati, quello sulle regole. Non è più il confronto di merito su questo o quel contratto. Qui siamo davanti a una accordo che disciplina l’intero sistema della contrattazione e ne esclude il maggior sindacato italiano. E una dichiarazione di ostilità contro la Cgil, un vero e proprio patto ad escludere, voluto da governo, confindustria, con Cisl e Uil corrive. Nel merito, il primo punto che balza agli occhi è la messa in mora del contratto nazionale attraverso la riduzione programmata del salario e le deroghe territoriali al contratto nazionale. Una attacco dall’alto e dal basso. Che valutazioni fate?
Rinaldini
Intanto, noi siamo di fronte a un accordo separato sulla struttura contrattuale, che è cosa diversa dalla stipula, pur grave, di un accordo separato su un singolo contratto. Tanto è vero che una cosa simile non era mai avvenuta, nemmeno negli anni ’50, in un momento di massima divisione sindacale. Quell’accordo precostituisce adesso e per il futuro un assetto che comporta la definizione di limiti assai pesanti per i contratti nazionali. Nel merito, c’è la riduzione, secca, del potere di acquisto dei salari. Aggiungo, già a partire dalla riduzione del valore del punto oltre che rispetto all’inflazione. Per capirci, si passerebbe dai diciotto euro attuali ai quindici euro. Oltre al fatto che c’è l’apertura ad un processo di scardinamento del contratto nazionale con le deroghe e la messa in discussione del diritto di sciopero, soltanto per ora limitata ai dipendenti pubblici. Non caso tra quindici giorni il Consiglio dei ministri discuterà le regole sul diritto di sciopero. Qui torna la questione cruciale della democrazia, che è in questa fase assolutamente decisiva. Bisogna prendere coscienza che siamo di fronte all’espropriazione totale dei lavoratori e delle lavoratrici del diritto di decidere su piattaforme ed accordi dei futuri contratti. Siamo di fronte ad un passaggio che rende esplicita una idea di utilizzo della crisi per ridefinire l’assetto delle relazioni sociali, reinscrivendole dentro una pesante torsione autoritaria. Chi sta dentro il quadro bene, chi non sta dentro è considerato un nemico da distruggere. Credo che questo sia un aspetto dei processi a livello sociale che sta in rapporto con una idea complessiva di assetto istituzionale del Paese che vede pesantemente compromessa la democrazia.
Podda
Aggiungo che c’è una riduzione della base di calcolo del 30%. Di solito facciamo riferimento ad una base di 25mila euro lordi, comprensiva del salario accessorio. Nell’accordo c’è scritto che d’ora in poi si farà riferimento ai cosiddetti elementi stipendiali. Ciò significa che questo 30% non potrà più essere calcolato. Una diminuzione programmata del potere di acquisto delle retribuzioni.
Greco
Già miserabili…
Podda
Si, già miserabili. L’ha ricordato Carniti qualche giorno fa. Noi avevamo presentato una piattaforma unitaria che doveva cominciare ad invertire questa tendenza. Il risultato è che ci hanno cucito addosso un modello contrattuale che è nettamente peggiorativo rispetto a quello del 23 luglio. Quanto alla democrazia, è utile ricordare che, pur con tutti i limiti e le difficoltà, Cgil, Cisl e Uil, anche con giudizi diversi, erano sempre ricorse alla prova di un giudizio generalizzato da parte dei lavoratori. Questo diritto viene oggi negato con motivazioni risibili. La stessa struttura contrattuale tende ad allontanare i lavoratori dal proprio contratto. Pensate al ruolo delle categorie, dove l’incremento delle retribuzioni viene fatto in base a un indice stabilito da un’autorità terza, e il riallineamento avviene con un accordo interconfederale. Il ruolo del sindacato di categoria mi sembra mortificato.
Greco
Stai dicendo che si è voluto disegnare un sistema di relazioni industriali imperniato su una fortissima centralizzazione che lede in profondità l’autonomia delle categorie…
Podda
Assolutamente. Ricordo che l’accordo del 23 luglio consentiva aumenti largamente al di sopra dell’inflazione programmata, come è avvenuto nel caso dell’ultimo contratto dei metalmeccanici. Non era un vincolo, ma una scelta di automoderazione a condizione che ci fosse un accordo di politica generale su prezzi e tariffe e politica generale di tutti i redditi. Poi ne è stata data una lettura che ha provocato un effetto di contenimento dei salari che ha provocato quegli effetti distorsivi che ricordavo prima. Oggi siamo in presenza di una cosa molto diversa. Il governo affronta la crisi con questo sistema ridisegnando una nuova distribuzione del reddito e un nuovo modello sociale più autoritario prospettando di far uscire il Paese dalla crisi ancora più diseguale e ancora più autoritario. Non a caso Sacconi ha detto che con questo accordo ci liberiamo di uno degli ultimi orpelli del ’68. E questo perché l’ideologia che guida l’azione di questo Governo è esattamente questa, demolire il riscatto del lavoro e delle classi sociali.
Greco
L’accordo separato è stato venduto spiegando che il depotenziamento del contratto nazionale sarebbe compensato dallo sviluppo della contrattazione integrativa che si vuole vincolata ad incrementi di produttività. Oltretutto non si capisce in virtù di quale prodigio essa dovrebbe estendersi. L’unica cosa che si introduce è questa sorta di mancia di cui beneficerebbero i lavoratori delle aziende ove non si esercita la contrattazione integrativa.
Rinaldini
Il fatto che adesso ci sarebbe una contrattazione integrativa legata alla produttività è tutta una bugia perché già c’é. Quale è la novità, se non il fatto che ci troviamo di fronte a uno schema sulla parte retributiva che prevede un contratto nazionale che non copre il potere di acquisto e aumenti aziendali completamente variabili. Si fa presto a capire cosa vuol dire questa dinamica sul piano redistributivo generale e sulla condizione di lavoratori. L’altro aspetto che lì è esplicitato è che nel livello aziendale c’è solo ciò che viene rinviato dal livello nazionale. Quindi c’è anche una riduzione del ruolo della contrattazione articolata, altro che valorizzazione. Ed è un ruolo che la riconduce alle condizioni di bilancio e di redditività delle imprese. Scompare l’autonomia del sindacato e una contrattazione aziendale che sia in grado di intervenire complessivamente sull’organizzazione del lavoro in fabbrica. Tra l’altro, anche per quanto riguarda le piccole imprese, non c’è alcun elemento di novità se non una flebile copertura in tutte le situazioni dove non c’è la copertura aziendale. E’ quello che nei metalmeccanici è chiamato elemento perequativo.
Podda
Tutte cose vere, ma noi abbiamo un tema in più. Il testo della riforma Brunetta prevede che il contratto potrà derogare da leggi, statuti e regolamenti. Così addio al contratto nazionale.
Greco
…Con buona pace del giuslavorismo moderno che vede proprio nell’indisponibilità della norma lo strumento per proteggere la parte più debole dalla sua stessa debolezza. C’è un terzo punto di quell’accordo: la proliferazione di strutture bilaterali che trasformano il welfare universale in welfare contrattuale. Mi pare si inauguri una pratica corporativa, consociativa e aconflittuale che cambia in radice la natura del sindacato. E’ così?
Podda
Credo che la prima conseguenza riguardi la cittadinanza. Così ci apprestiamo a liquidare lo Stato sociale. Ci sarà anche chi l’ente bilaterale non ce l’avrà affatto e chi ce l’avrà di serie B. Tutto in perfetta continuità con il Libro verde di Sacconi.
Rinaldini
Gli enti bilaterali sono parte di un progetto complessivo che usa la crisi per ridefinire l’assetto delle relazioni sociali. Uso il termine che ha usato Sacconi nel presentare l’accordo: passare da rapporti conflittuali a rapporti di complicità tra lavoratori e imprenditori. Il conflitto in questo schema è un fatto eversivo e non la linfa stessa della democrazia. Esso viene eliminato non in forza di buoni accordi tra le parti, ma con dispositivi di legge. Dal diritto di sciopero agli enti bilaterali c’è un percorso di frantumazione dei diritti universali. In questo sta a mio avviso il rapporto con le vicende istituzionali e politiche. Il nostro non è un Paese granitico nella sua storia democratica e nell’equilibrio dei diversi poteri. Non a caso tutte le scelte odierne vengono sempre presentate esplicitamente come una svolta o una rottura rispetto alle fasi delle conquiste democratiche nel nostro Paese. La democrazia, insisto, diventa una questione centrale. Impedendo ai lavoratori di intervenire sulle loro condizioni si palesa un’ aggressione alla costituzione materiale del paese.
Greco
In effetti, con l’attacco al diritto di sciopero, siamo al compimento di un progetto reazionario. E si comincia dai lavoratori pubblici.
Podda
Lo sciopero è un diritto individuale esercitato collettivamente. Mi pare che tutto sia molto chiaro rispetto al profilo autoritario che il governo va assumendo su democrazia e contrattazione, senza parlare delle contrapposizioni tra nativi e migranti e tra uomini e donne. Come disse Epifani quando si insediò il governo Berlusconi, siamo in una fase diciannovista. C’è una mutazione autoritaria del nostro Paese.
Greco
Due domande conclusive. La prima riguarda, la proposta di un contratto “unico” unico, avanzata da Tito Boeri che di fatto toglie di mezzo l’articolo 18.
Rinaldini
C’è la proposta di Boeri ma anche quella di Ichino, che mi pare peggiorativa rispetto alla prima. A me pare che le vicende della crisi ci indichino che tutta la legislazione sul lavoro e sul mercato del lavoro vada rivista. E questo perché ormai è chiaro che la questione non è più quella dei picchi produttivi. Il lavoro precario viene usato come polmone e i lavoratori soggetti a ricatto quotidiano. Noi dobbiamo ricondurre tutto al rapporto a tempo indeterminato. La proposta di Boeri, tra l’altro, è aggiuntiva, cioè si somma e non sostituisce le forme di precariato oggi esistenti.
Greco
Per un momento, guardiamo oltre oceano. Obama fa una operazione “roosveltiana” che prevede il rafforzamento del sindacato come funzionale alla ripresa dello sviluppo. In Italia si marcia nella direzione opposta.
Sebastiani
Ancora una cosa. Credo che la fase precedente, quella del ’93 sia in continuità con quella attuale. Non è che il sindacato abbia perso del tempo prezioso per rafforzare il vincolo democratico con i lavoratori?
Podda
Obama introduce l’idea del tetto nelle retribuzioni dei manager privati. Bisogna riguadagnare la possibilità di rovesciare la piramide sulla quale siamo stati seduti fino adesso. Per fare questo abbiamo bisogno di grande consenso delle persone in carne ed ossa e di rinsaldare i vincoli democratici. Abbiamo perso del tempo? Se stiamo in queste condizioni non è bene dare sempre tutta la responsabilità agli altri. Ci sarà tempo e modo di discuterne. Statutariamente non siamo molto lontani dal congresso della Cgil. Dovessi provare a spiegare a un lavoratore quale possa essere il modello condiviso in tutta la Cgil avrei qualche difficoltà. Il 13 vorremmo cominciare a dire alcune cose: continuità del rapporto di lavoro, ammortizzatori sociali più ampi e più estesi, e defiscalizzazione del salario nazionale. E poi bisogna che la piantina cresca e duri almeno quanto questa legislatura perché è chiaro che il Governo vuole far fuori la Cgil. Considero sbagliata la ricetta proposta da Boeri, considererei però un errore chiudere la ricerca su quel tema.
Rinaldini
Per quanto riguarda Obama, occorrerà vedere se sarà in grado di cambiare le leggi vigenti sul sindacato. Un passaggio delicato e di grande importanza per capire il segno sociale di quel processo. Sull’altra questione, quella del ’93 e la discontinuità. Oggi c’è un elemento da cui non si può prescindere: siamo in una fase in cui si mette in discussione la Costituzione. Dal punto di vista delle vicende sindacali va considerato che prima del ’93 c’è stato il ’92 e ancor prima il lodo Scotti, quando è iniziativa la concertazione. Il problema del sindacato e dell’intera sinistra politica è non aver mai affrontato una discussione vera sul processo che veniva avanti, sui caratteri della globalizzazione e sulla ridefinizione degli assetti sociali e del ruolo del sindacato.

Written by eneaminghetti

febbraio 11, 2009 at 3:36 PM